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Note geologiche ed idrogeologiche dell’area di Greccio

Note geologiche ed idrogeologiche dell’area del Velino­Sirente

di Carmine Allocca e Alessandro Arata

Carta geologica: Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000 foglio 145 Avezzano. http://www.apat.gov.it/Media/carta_geologica_italia/tavoletta.asp?foglio=145

 

Figura 1 Dettaglio Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000 foglio 145 Avezzano

Figura 1: Dettaglio Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000 foglio 145 Avezzano

L’area del Velino-Sirente, situata in Abruzzo vicino al confine con il Lazio, è sede di un’importante parco regionale istituito nel 1989 esteso per circa 59.000 ettari. Il massiccio del Monte Velino (2486 m) è il terzo per altitudine dell’Appennino, presenta inoltre una notevole estensione areale al di sopra dei 2000 m. Geologicamente, l’intera escursione si sviluppa principalmente in un'unica formazione del cretaceo superiore, i calcari compatti ben stratificati a gasteropodi, anche se non mancano affioramenti di brecce e depositi morenici. Alcune indagini hanno evidenziato numerosi morfotipi (di accumulo e di erosione) riconducibili al glacialismo, che con differenti fasi di avanzata e ritiro, hanno modellato il Massiccio del Monte Velino, nel periodo pleistocenico; l’azione dei ghiacciai , ha avuto una capacità modellatrice maggiore rispetto gli altri massicci dell’Appennino. Basta analizzare:

1) L’apparato morenico frontale di Campo Felice

2) La Valle del Puzzillo

3) Il Vallone di Teve 

4) Il complesso Valle Majelama – Vallone de il Bicchero

L’alta Val di Teve, di origine prima tettonica e poi glaciale, è molto caratteristica per l’evidenza delle morfologie glaciali. Forme tipiche di questo importante geosito sono circhi glaciali, scarpate glaciali e depositi morenici. In questa splendida valle sono stati rilevati sette circhi glaciali principali di cui tre molto ben conservati (circhi del versante nordest di M. di Sevice, del versante nordest di M. Velino, del versante nord di M. Cafornia). Dai bordi dei circhi, scendono imponenti falde e conoidi di detrito, dovute a fenomeni di crollo di masse rocciose, con granulometrie generalmente modeste. Il progradare delle falde di detrito tende a nascondere le forme glaciali(come i truogoli ovvero le valli glaciali), che pure sono ancora ben riconoscibili.

 

Figura 2 Schema rappresentativo della formazione di una roccia montonata

Figura 2 Schema rappresentativo della formazione di una roccia montonata

 

Il fondovalle risulta coperto da depositi morenici (depositi prodotti dall’azione del erosiva del ghiacciaio in movimento), dai quali emergono alcuni rilievi calcarei, modellati a guisa di roccia montonata (Le rocce montonate sono generalmente arrotondate sopra e sul lato rivolto a monte, irregolari verso valle e allungati secondo la direzione di movimento del ghiacciaio. La loro formazione è dovuta alla pressione esercitata dalla massa glaciale e all’azione di potente smeriglio svolta da notevoli quantità di detrito inglobate al suo interno).

Alcuni grossi massi possono essere interpretati come massi erratici. Alle morene si sono sovrapposti due rock Glacier, forme caratteristiche di ambiente periglaciale, di cui viene per la prima volta segnalata la presenza nel territorio del Parco. Tra il Bicchero e punta Trento un altro ghiacciaio scendeva lungo il vallone del Bicchero e Valle Majelama: molto probabilmente doveva risultare tra i più lunghi dell’Appennino Centrale. 

Un elemento morfologico di particolare interesse, per la sua rarità in Appennino, è il confluire nella Valle Majelama del Vallone sospeso della Genzana: questa confluenza è caratterizzata da un salto morfologico di 300 m circa. Bisogna tener conto anche delle morfologie carsiche, i processi di dilavamento e dissoluzione chimica rappresentano oggi, in settori quali l’alta Valle del Puzzillo ed il Piano di Campo Felice il principale agente di modellamento del rilievo. Nell’alta Valle Majelama, i morfotipi carsici riconducibili alle forme elementari di dissoluzione chimica (doline e campi carreggiati) risultano estremamente diffusi e di notevole valore scientifico, spesso testimonianza di interazione tra questo ed altri processi morfogenetici tra cui crioclastismo e glacialismo quaternario.

Due parole di geologia

 

Figura 3 schema esplicativo delle valli sospese da (www.geologia.com)

Figura 3 schema esplicativo delle valli sospese da (www.geologia.com)

 

Le valli sospese

Le valli sospese o pensili causate dall'incontro di due lingue glaciali di cui una era molto più sviluppata della altra. Sono situate a quote maggiori rispetto i fondovalle, nel periodo glaciale si sviluppano quando cessa, ci si ritrova con notevoli stacchi morfologici e in molti casi la conseguente formazione di cascate.

 

I campi carreggiati

detti anche campi solcati, costituiscono un esempio di fenomeno carsico di superficie. Si tratta di affioramenti rocciosi con solchi più o meno paralleli e di profondità variabile, così chiamati per la somiglianza ai solchi lasciati sul terreno dalle ruote dei carri. Quando il reticolo dei crepacci è profondo, il campo tende ad assumere l’aspetto di una pietraia, in cui appaiono massi affioranti in forma più o meno caotica. All' interno degli stessi si possono trovare anche varie microforme carsiche dovute all'azione dissolutiva dell'acqua. (da wikipedia)

 

 

Le nostre fonti

Bernardino Romano Giulio Tamburini Studi preliminari al piano del Parco Naturale Regionale SIRENTE VELINO Repertorio cartografico e dei dati del Sistema Informativo Territoriale

Allocca Carmine, Arata Alessandro - Note geologiche ed idrogeologiche dell’area di dei Monti della Duchessa.

www.geoturismo.it

http://gguzzardi.interfree.it/geologia.htm